Straordinaria

E’ veramente una donna straordinaria
riesce a farti stare a bocca aperta
anche per un’ora filata…

E’ costantemente lei a condurre la danza,
più segnatamente cruciale nei non rari momenti
di scarsa consonanza con la sua invasiva intraprendenza
sempre cordiale e determinata
fitta di picchi perentori o fortemente propositivi
ma stemperati dal tinnare d’una gestualità affabulante
e quasi musicale…

E’ uno spettacolo la sua corporeità
di loquace mantide religiosa così poco confessionale,
altrimenti votata ad un respiro incruento, amicale,
avvolgente
salvatore della patria
così forte da scoprirti indifeso e dipendente
incapace di guardare la bellezza senza scottarti
perso nella sua vertigine ventilata e desiderante
tra soprassalti ed echi, brivido e incantamento…

Poi, quando è giunto il momento
di farti tornare con i piedi per terra,
questa incredibile donna
simile a un vento numinoso placato in una teca
distante e asettica come comunicasse via internet
o per segreteria telefonica,
ti congeda con quel senso di eterno e di non ritorno
che sigilla il sentimento del distacco,
come conviene alla sua professionalità di odontoiatra
in carriera
sistematicamente votato a non rilasciarti la fattura

Scostumata è dir poco

Tutto il giorno in giro a menar colpi, la scostumata:
rasoiate, stilettate
punteruolate alle terga a destra e a manca
in agghiacciante sequenza,
proditoria

Non si ha memoria di un fervore di tal fatta:
verrà dai buchi neri di una mente sconvolta
o dalle cime tempestose di una annona
furibonda per la tassa sulla salute non pagata?

Delle due una, indubbiamente:
la becera frenesia del Male in libera uscita
o la malia vendicativa mirata burocratica esornativa…

o forse no, niente di tutto questo;
semplicemente il delirio compulsivo, abbacinante
del colpo della strega

Ministeri e riviere (a m. l. spaziani in mondadori)

Un sentimento perbene
non tanto bene
carmelo bene;
funzionale
al salire e scendere il girone infernale
di questo ministero sturm und drang
con un burocratico peso di scartoffie
il decoro sotto le scarpe
la dose ottimale di lirico furore
le palline in espansione
l’escamotage di due parole in croce
la bustarella per l’usciere

Ma l’usciere sembra il sosia di montale
ha negli occhi formidabili riviere
accigliate pattumiere di ciglioni devastati
occhi grandi di chi non ha più nulla da dare o avere

Meglio allora decodificare
coinvolgendo la Badessa dello Specchio
che col suo numero verde
risolve puntualmente in brodini al silicone
le pièces da corridoio
le acrimonie esistenziali
i fantasmi del suo Nume tutelare
e quant’altro porta latte alle ginocchia
sbadigliando nello Specchio

Love love love

Che tu lo voglia o no, io ti terrò qui
stretta al mio petto gracilino di poeta riformato
esentato dal sonetto
e non ti mollerò, perché oramai per me sei diventata
un verso
uno di quei versi sciroccanti e cocenti
che al vizio pavesiano assommano l’assurdo
di fregole senili incongrue in quanto tali:
versi come nervi scoperti da custodire e coccolare
ma anche da esibire haimé in temerari plain air
di oratio ad alto rischio per siti affumicati,
spossanti, esantematici,
salvo poi ricondurli ( i versi ) al tuo tepore
gravido di parole rassicuranti e cruciali
affatto tangenziali a tutti i défilés…

Io ti terrò qui stretta ai miei pori
con quel popò di forza che non ho
ma che tu sprigioni con dovizia di sensi,
anche perché tra l’altro sono povero in canna
e la tranquillità del tragico ora come non mai
mi rassicura vieppiù che il tuo viluppo è magico
oltre ogni  umana misura, salvifico
a quest’età surtout, in cui la Cassa Mutua ultima Dea
guarda ai sepolcri con strani ammiccamenti
di disimpegno impegnato
che non mi riconciliano affatto coi miei capelli bianchi
e con la gravidanza
d’una senilità ad oltranza tanto desiderata…

Io ti terrò con me per sempre, mia Tata sempreverde
e non ti tradirò con altre bricconcelle
che hanno basso il pedale
ed alto il pedalare nel cielo delle farmacie!
Io ti amerò via Standa solamente, canottiera di lana !

Donna che apre forzieri

DONNA CHE APRE RIVIERE

Sei donna di marine,
donna che apre riviere.
L’aria delle mattine
bianca, è la tua aria
di sale – e sono
vele al vento, sono bandiere
spiegate a bordo l’ampie
vesti tue così chiare.

– Giorgio Caproni –

DONNA CHE APRE FORZIERI

Sei donna di banca,
donna che apre forzieri.
La tua faccia di bronzo intermittente
è la tua carta vincente
– e sono sistro di Erinni
sono filigrana di suburra celeste
le parolacce tue così chiare